"PARABIAGO AMICA DEGLI AGRICOLTORI"
È una categoria che spesso è stata emarginata dai processi evolutivi della società moderna a causa del viscerale legame con la natura.
Lo spopolamento delle campagne – ricordo di un passato neppure assai lontano – ne è stata la conseguenza più tangibile.
La storia, al contrario, insegna che il rapporto tra le attività agricole e la razza umana non si è mai interrotto, anzi, si è giovato dei contributi che scienza, tecnologia, meteorologia e altre discipline hanno saputo produrre per migliorare il rapporto raccolto/fatica.
Non tenere conto di ciò significherebbe ignorare il passato ed escludere future opportunità.
Proprio il viscerale legame con la natura suggerisce di coinvolgere gli agricoltori nella gestione del territorio non urbanizzato e non riservato alle coltivazioni.
Già oggigiorno Amministrazione comunale e rappresentanze degli agricoltori hanno condiviso un accordo in base al quale le aree verdi di proprietà dell’ente sono oggetto di manutenzione da parte delle imprese agricole con reciproco vantaggio economico.
È un’intesa scritta che non solo deve essere rinnovata, ma estesa anche agli interventi di riqualificazione ambientale da finanziare mediante risorse provenienti dagli oneri di urbanizzazione.
I NOSTRI PUNTI DI FORZA
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coinvolgimento degli agricoltori nella gestione del territorio non urbanizzato e non riservato alle coltivazioni.
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Il tavolo di lavoro apertosi con il Distretto Agricolo della Valle Olona (DAVO) propone due distinte opportunità: gli orti didattici urbani e la collaborazione con l’azienda affidataria del servizio relativo alla manutenzione del verde pubblico.
Il tavolo di lavoro apertosi, invece, con il Distretto Agricolo della Valle Olona (DAVO) propone due distinte opportunità: gli orti didattici urbani e la collaborazione con l’azienda affidataria del servizio relativo alla manutenzione del verde pubblico.
Nel primo caso si tratta di veri e propri laboratori, all’interno del tessuto urbano, nei quali si coltivano particolari essenze oppure si svolgono lezioni didattiche, alternate da momenti di natura pratica.
Nel secondo caso la collaborazione consisterebbe, soprattutto, nell’esecuzione degli interventi durante la stagione invernale allorché le attività precipue degli agricoltori registrano fisiologici rallentamenti.
Conclusioni
I bisogni delle singole categorie sono, come del resto era intuitivamente prevedibile, molteplici ed ampi sia come specificità e sia come intensità.
Averli indagati e collegati con una modalità espositiva diversa dal passato, denota la netta volontà di volerli affrontare con equità e con umiltà.
Equità: non esistono priorità, ossia il fronte delle esigenze è talmente esteso da non consentire scelte, graduatorie, distinzioni che potrebbero generare, nei soggetti istanti, sospetti di parzialità.
Le risorse di un’Amministrazione comunale non sono infinite, anzi è vero il contrario, e, pertanto, la loro distribuzione è un principio fondamentale ed irrinunciabile.
Sotto questo punto di vista l’amministratore responsabile comprende che ad ogni categoria di cittadini devono essere riconosciuti, in sede di ascolto, gli stessi diritti.
Umiltà: la conoscenza dei problemi che affliggono le diverse categorie è un processo che non si esaurisce – verrebbe da dire – mai, perché immedesimarsi nel soggetto istante di turno è un’azione che, nel migliore dei modi, ottiene risultati da approssimarsi per difetto e non per eccesso.
Aprire tavoli, coordinarli con dedizione non dando mai l’impressione di volerli governare in forza dei poteri riconosciuti dalla legge, pungolarli sino alla maturazione di traguardi concreti: è il ruolo nel quale un amministratore – legato profondamente alla sua città – si deve spendere quotidianamente investendo tutte le proprie energie.