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Essa rappresenta un altro capitolo fondamentale nell’agenda di lavoro dell’amministratore.

Le esperienze pregresse che hanno determinato la raccolta di soddisfacenti risultati dovranno essere riconfermate.

Ne discende che lo strumento del sostegno affitti continuerà a trovare applicazione grazie alla disponibilità di fondi regionali.

Analoga riflessione deve essere replicata per lo strumento Mondo Bambino che annovera, nella gamma dei servizi erogati,  la soluzione (di emblematica titolazione) del “tempo famiglia”.

Non solo, nel secondo caso, si esplorerà la possibilità di erogare il servizio anche in agosto (ad esclusione delle due settimane centrali), visto e considerato che questo mese – nelle abitudini delle famiglie – è progressivamente diventato sempre più simile agli altri undici.

L’esplorazione dovrà far leva sul presupposto della copertura economica del servizio da parte delle famiglie utenti.

Lo spunto dell’ipotesi di estensione del servizio si addice anche allo strumento del “centro estivo”, efficace soluzione allorché ambientata in siti di origine ludica o sportiva.

 

I NOSTRI PUNTI DI FORZA

 

  • Sostegno affitti continuerà a trovare applicazione grazie alla disponibilità di fondi regionali.

  • Mondo Bambino si valuterà il potenziato del servizio anche ad agosto (escluse le due settimane centrali)

  • Estensione del servizio ‘centro estivo’ nelle settimane di fine agosto-inizio settembre: un traguardo non semplice da conseguire, ma neppure proibitivo.

  • Misure per le famiglie numerose come ad esempio la riduzione del buono pasto della mensa scolastica.

  • Appuntamenti dedicati alle famiglie per calendarizzare le manifestazioni e le opportunità messe in campo da più soggetti e rivolte al tempo libero della famiglia.

  • Bonus bebè alle mamme che lavorano mediante una formula che tenga conto del fattore della residenza, dell’eventuale corresponsione di altre agevolazioni, della durata temporale del beneficio economico e della sua entità. La limitatezza dei mezzi economici dell’Amministrazione comunale non deve fungere da deterrente alla promozione di soluzioni impegnative come questa, semmai favorire l’introduzione di meccanismi di assegnazione assai rigorosi ed equi.

"PROGETTO FAMIGLIA"

Le settimane post ferragosto ed ante apertura scuole rappresentano il periodo ideale – per i nuclei famigliari – di ampliamento: un traguardo non semplice da conseguire, ma neppure proibitivo se la buona volontà messa in campo da oratori, da associazioni di volontariato e dall’Amministrazione comunale guiderà ogni riflessione nell’intorno del bisogno della famiglia che si deve temporaneamente dividere quando le attività scolastiche dei figli sono sospese, ma non quelle lavorative dei genitori.

Aiuti economici dell’Amministrazione comunale e  turnazione degli oratori (volontari inclusi) nei periodi più critici potrebbero risultare fattori determinanti per lo scioglimento di questo problematico nodo.

Non è affatto secondario riflettere sull’estensione del servizio anche come deterrente per arginare tentazioni tali da risucchiare in spirali perverse i soggetti più fragili.

Quando la famiglia è, eccezionalmente, numerosa, le esigenze si amplificano ed i rimedi a disposizione dell’amministratore vanno studiati con particolari accortezze che, ad esempio, possano comportare la riduzione del buono pasto della mensa scolastica meditando anche sulle quantità di cibo che quotidianamente non vengono consumate oppure agevolando la partecipazione ai corsi di educazione sportiva, di apprendimento culturale con moduli orari tali da evitare ai genitori di scarrozzare senza discontinuità i figli nella seconda parte della giornata.

Il tempo libero della famiglia è un argomento che deve spingere l’amministratore appassionato al proprio ruolo a ricercare quelle collaborazioni dalle quali possono scaturire idee, progetti che addirittura sappiano dare risposte efficaci a più problemi.

Coordinarsi con tutti i soggetti - che hanno dato prova, nel tempo, di saper organizzare eventi attrattivi - per lo studio di appuntamenti dedicati alle famiglie, è un esercizio stimolante perché da esso possono scaturire molteplici effetti positivi.

Quali? Evitare, ad esempio, di spostarsi in altre cittadine che hanno già affrontato con successo il tema e, a cascata, infondere nelle famiglie una percezione più forte del legame territoriale alla realtà in cui risiedono.

Se l’esercizio sarà così raffinato da sfociare in una calendarizzazione sistematica delle manifestazioni, la partecipazione delle famiglie sarà tendenzialmente maggiore è ciò fungerà da volano per la creatività dei promotori delle iniziative.

Al riguardo, il percorso più proficuo implica la costituzione di un tavolo di confronto e di collaborazione con le parrocchie cittadine e con le associazioni di volontariato, due soggetti ideali per le loro competenze e per le loro esperienze.

E per le famiglie che diventano tali o che aumentano numericamente?

Non si può disconoscere l’importanza dei lieti eventi che sanciscono, di volta in volta, la volontà di vivere in un futuro che appare sempre più irto di insidie per il genere umano. È un atto anche di coraggio che l’amministratore deve premiare.

La soluzione più incisiva appare rappresentata dall’erogazione di un “bonus bebè“ alle “mamme” che lavorano mediante una formula che, tuttavia, tenga conto del fattore della residenza, dell’eventuale corresponsione di altre agevolazioni, della durata temporale del beneficio economico e della sua entità.

La limitatezza dei mezzi economici dell’Amministrazione comunale non deve fungere da deterrente alla promozione di soluzioni impegnative come quella in argomento, semmai favorire l’introduzione di meccanismi di assegnazione assai rigorosi ed equi.

Aver declinato questo impegno sia pure senza dettagli, già costituisce un obbligo morale per l’amministratore che si propone a governare la propria città.

Conclusioni

 

I bisogni delle singole categorie sono, come del resto era intuitivamente prevedibile, molteplici ed ampi sia come specificità e sia come intensità.

Averli indagati e collegati con una modalità espositiva diversa dal passato, denota la netta volontà di volerli affrontare con equità e con umiltà.

Equità: non esistono priorità, ossia il fronte delle esigenze è talmente esteso da non consentire scelte, graduatorie, distinzioni che potrebbero generare, nei soggetti istanti, sospetti di parzialità.

Le risorse di un’Amministrazione comunale non sono infinite, anzi è vero il contrario, e, pertanto, la loro distribuzione è un principio fondamentale ed irrinunciabile.

Sotto questo punto di vista l’amministratore responsabile comprende che ad ogni categoria di cittadini devono essere riconosciuti, in sede di ascolto, gli stessi diritti.

Umiltà: la conoscenza dei problemi che affliggono le diverse categorie è un processo che non si esaurisce – verrebbe da dire – mai, perché immedesimarsi nel soggetto istante di turno è un’azione che, nel migliore dei modi, ottiene risultati da approssimarsi per difetto e non per eccesso.

Aprire tavoli, coordinarli con dedizione non dando mai l’impressione di volerli governare in forza dei poteri riconosciuti dalla legge, pungolarli sino alla maturazione di traguardi concreti: è il ruolo nel quale un amministratore – legato profondamente alla sua città – si deve spendere quotidianamente investendo tutte le proprie energie.

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