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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Un secondo documento di ampio respiro pianificatorio, sempre di stretta emanazione dell’ente locale, richiede una riflessione a sé: il Piano di Governo del Territorio.

Esso benché sia entrato in vigore, a seguito delle pubblicazioni di rito, dal giorno 13 marzo 2013, dovrà essere oggetto di rivisitazione a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale n°31/2014 il cui impianto normativo si prefigge di ridurre il consumo di suolo negli ambiti agricoli ed in quelli non edificati e di riqualificare gli spazi edificati in termini non più confacenti al tessuto urbano circostante.

Più precisamente non sono ammesse varianti al documento urbanistico che comportino ulteriore consumo di suolo; le previsioni edilizie già contemplate da ciascun piano di governo del territorio dovranno consolidarsi entro 30 mesi dall’entrata in vigore della legge, oppure saranno congelate sino alla revisione dello strumento urbanistico imposto dalla nuova normativa regionale.

L’attuale Piano di Governo del Territorio del Comune di Parabiago ha già anticipato le legge regionale, avendo avuto cautele ed attenzioni che hanno preservato gli ambiti agricoli e, conseguentemente, evitato interventi speculativi per di più in un momento storico ed economico sfavorevole.

Ciò nonostante, in sede di revisione dello strumento urbanistico comunale, si valuteranno con attenzione quelle circostanze in cui circoscritte operazioni di espansione edilizia consentiranno di caratterizzare in modo più definito il margine urbano della città.

La revisione inoltre, a parte gli aspetti più afferenti l’apparato normativo del documento che saranno oggetto di semplificazione, si focalizzerà sui temi delle aree dismesse, siano esse industriali oppure artigianali, da riqualificare e del centro storico la cui rivitalizzazione è da tempo oggetto di un dibattito politico, serio ma improduttivo.

Circa le aree dismesse si segnala che altrove hanno preso corpo soluzioni definite “loft”, ossia abitazioni ricavate da ambienti unici (in genere spazi industriali o commerciali di una certa consistenza superficiale), privi di elementi divisori, e dotati di altezze e luci maggiori rispetto a quelle previste negli immobili residenziali.

La loro concretizzazione è subordinata alla valorizzazione degli elementi costruttivi la cui funzionalità non si riduce con il mutamento della destinazione.

L’annessione al patrimonio comunale dello storico complesso che ricomprende l’ex Convento dell’Ordine degli Olivetani e la Chiesa di S. Ambrogio della Battaglia è un obiettivo ambizioso che potrebbe essere perseguito attraverso operazioni urbanistiche tali da generare le grandezze economiche necessarie per acquisirli.

I NOSTRI PUNTI DI FORZA

 

  • aree dismesse da riqualificare anche con soluzioni definite e il centro storico da rivitalizzare (è da tempo oggetto di un dibattito politico, serio ma improduttivo)

  • L’annessione al patrimonio comunale dello storico complesso che ricomprende l’ex Convento dell’Ordine degli Olivetani e la Chiesa di S. Ambrogio della Battaglia è un obiettivo ambizioso che potrebbe essere perseguito attraverso operazioni urbanistiche tali da generare le grandezze economiche necessarie per acquisirli.

CONCLUSIONE

 

Ad inizio 2015 il Consiglio comunale cittadino ha deliberato l’istituzione della Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.) del Comune di Parabiago.

Si tratta di uno strumento, come recita l’atto deliberativo, che si prefigge di censire e di valorizzare le attività e i prodotti tradizionali del territorio.

Così è stato per il “Pane di Parabiago”, realizzato con farina di frumento prima seminato in loco, poi macinato presso l’ultimo mulino ancora in attività nel circondario e affidato, infine, alle mani esperte di un prestinaio locale.

Nell’auspicio che esso possa essere il primo esempio di una lunga schiera di manufatti e di processi che si fregeranno del marchio in argomento, avvince la riflessione secondo cui la comunità possa risultare, nella sua totalità, espressione di uno status peculiare negli atteggiamenti, dal pensiero iniziale al gesto finale, tenuti dai più piccoli ai più anziani.

Una comunità che condivida regole comportamentali che devono essere trasmesse da una generazione all’altra per la conservazione dello status peculiare.

Una comunità che trasformi ogni problema, ogni criticità in un’occasione per ridurre le distanze e non per dilatarle a vantaggio della forza del proprio status peculiare.

Le iniziative, i progetti, le soluzioni che l’Amministrazione comunale ha tracciato sono caratterizzati dall’aspirazione di orientare la comunità verso un modello di evoluzione delle proprie capacità di riflettere, di decidere e di agire che favorisca il raggiungimento di uno status peculiare.    

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