Ricorso al TAR per la chiusura degli uffici postali di San Lorenzo
Risale al febbraio 2015 la lettera con la quale Poste Italiane preannunciava all’amministrazione comunale di Parabiago la chiusura dell’ufficio postale della frazione di San Lorenzo. Da allora sono stati innumerevoli i tentativi di mediazione con la Società, ma né la richiesta di un dialogo con i referenti locali, né le 1.798 firme raccolte in una petizione nel mese di aprile e neppure il coinvolgimento di Anci, di Regione Lombardia, dei comuni interessati come Nerviano e Marcallo con Casone, sono stati sufficienti a convincere Poste Italiane a rivedere le proprie intenzioni. E’ datata, infatti, 1 settembre la lettera delle poste che comunica la chiusura definitiva dello sportello.
“Ci siamo battuti fin da subito per mantenere aperto l’ufficio postale nella frazione perché si tratta di un servizio irrinunciabile per tutta la cittadinanza -dichiara il Sindaco Raffaele Cucchi- Non abbiamo perso tempo, ma da subito abbiamo cercato un dialogo e una mediazione con Poste Italiane congiuntamente ai sindaci di Nerviano e Marcallo, ma tutte le promesse avanzate dalla Società sono state disattese. Infatti, prima ci dicono di togliere il servizio senza nemmeno interpellarci, poi, a fronte delle nostre rimostranze, ci dicono che avviano un processo di dialogo con le Istituzioni Locali… cosa mai avvenuta… ora, senza possibilità di scelta da parte nostra, ci comunicano la chiusura definitiva dell’Ufficio Postale di San Lorenzo a partire dal 7 settembre… è faticoso amministrare in questo modo!”
Alla luce di questi fatti la Giunta di Parabiago, congiuntamente a quella di Nerviano, ha deciso di ricorrere al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) per alzare la voce fino in fondo e per non rimanere passivi di fronte a una decisione arrivata dall’alto: “Insieme al Sindaco Cozzi -conclude Raffaele Cucchi- abbiamo condiviso questo percorso con l’aspettativa di veder riconosciuti i nostri diritti di amministratori e di cittadini. Confido nel TAR e mi auguro che finalmente si giunga a un giusto compromesso nell’interesse di tutti.”.