Sei comuni insieme contro il gioco d’azzardo
“RETE NO SLOT: NON CHIAMIAMOLO GIOCO”. Con questo slogan i comuni di Cerro Maggiore, Nerviano, Busto Garolfo, Canegrate, San Vittore Olona e Parabiago promuovono un corso di formazione ECM rivolto a medici, psicologi, farmacisti, educatori professionali e assistenti sociali per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo problematico. Capofila del progetto è il comune di Cerro Maggiore che, sabato 12 marzo, accoglierà presso la sala consiliare di via San Carlo, relatori e partecipanti per affrontare aspetti medici, psicologici e socio-educativi sulla dipendenza dal gioco patologico. Il corso, infatti, intende offrire agli operatori socio-sanitari, che per ragioni professionali più frequentemente entrano in contatto con giocatori d’azzardo problematici o a rischio, strumenti di conoscenza per una più rapida diagnosi.
“E’ doveroso da parte del nostro Ente affrontare un tema così attuale e delicato -afferma l'assessore alle politiche sociali Elisa Lonati- Il problema non si può sottovalutare, soprattutto perché sempre più giovani ne sono coinvolti iniziando banalmente a ‘giocare’ attraverso il web. La dipendenza, quindi, non interessa solo le fasce di mezza età, per questo il primo step del nostro progetto si è svolto in collaborazione con gli istituti superiori del territorio. Ora, invece, si apre la seconda fase che ci consente di poter fornire strumenti concreti a coloro che operano direttamente con le persone più a rischio, ovvero con soggetti che facilmente possono cadere nella trappola del gioco d’azzardo.”.
Negli ultimi 25 anni in Italia il gioco d’azzardo è cresciuto esponenzialmente sia per l’aumento del numero dei giocatori, sia per le somme giocate che sono passate da 5miliardi di euro del 1990, a più di 84 miliardi di euro del 2014 divenendo, quindi, un problema serio di salute pubblica. Inoltre, i dati più recenti emersi dagli studi IPSAD condotti nel biennio 2013-1014 dal CNR di Pisa, dicono che in Italia i giocatori a rischio sono stimati in circa 2milioni di soggetti di cui il 10% veri e propri giocatori patologici. Malgrado le dimensioni macroscopiche assunte dal bisogno di cura, questa patologia resta tuttavia sotto-diagnosticata e sotto-trattata, tanto è vero che le persone in carico ai servizi di cura sono poco più di 5mila.
“I dati nazionali sono eloquenti -afferma il sindaco Raffaele Cucchi- e i nostri comuni non possono esimersi dal promuovere iniziative concrete che tentino di contenere questa tendenza. Il corso proposto dal progetto ‘Rete No Slot: non chiamiamolo gioco'’ ha proprio lo scopo di aiutare gli operatori sanitari nel riconoscere e diagnosticare precocemente la patologia e il bisogno di cura.”.
Il corso è a partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria ed è accreditato ECM. Sono relatori il dott. Vincenzo Marino, medico psichiatra, libero professionista in ambito clinico psichiatrico, docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Integrata e di Comunità e la dott.ssa Annalisa Pistuddi, psicologa psicoterapeuta, libera professionista e consulente ASL Milano 2 Dipartimento Dipendenze.
Il progetto è finanziato da Regione Lombardia e realizzato in collaborazione con l’Associazioni Anziani di Parabiago, la Cooperativa Sociale Albatros, la Cooperativa Sociale Il Melograno, FeDerSerD (Agenzia Formativa Autorizzata per assistenti Sociali).
Per maggiori informazioni visitare il sito del comune www.comune.parabiago.mi.it oppure contattare il numero 031 748814 e scrivere a federserd@expopoint.it