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Arrivo profughi: Parabiago contrario al protocollo di intesa tra comuni. Molte le criticità sollevat


In merito al protocollo d’intesa tra i 22 comuni dell’Altomilanese sottoscritto settimana scorsa e che mira a gestire l’arrivo imminente di più di 300 profughi, il Comune di Parabiago ha espresso la propria contrarietà. Una decisione che arriva dopo che l’amministrazione comunale ha più volte ribadito la mancata disponibilità sul proprio territorio cittadino di spazi idonei da destinare all’accoglienza, oltre ad una evidente assenza di impegni analoghi portati avanti da privati nel mettere a disposizione ulteriori spazi.


“Le nostre perplessità in merito riguardano soprattutto il modo in cui questa situazione è stata gestita –afferma il Sindaco Raffaele Cucchi- Da una situazione contingente in cui la Prefettura ha comunicato di voler utilizzare un proprio immobile (la ex-Caserma) per accogliere i profughi, si è passati ad una situazione proattiva in cui sono i comuni stessi a dover ricercare soluzioni all’emergenza. Inoltre non è chiaro come verranno impiegate le forze dell’ordine per assicurare la sicurezza del territorio e quale saranno le modalità di coinvolgimento della polizia locale. A questo riguardo abbiamo più volte evidenziato la gravissima difficoltà che i comuni hanno nella gestione ordinaria in tema di sicurezza locale anche in considerazione dell’effettiva impossibilità di assunzione di personale a copertura dei posti vacanti. Con queste premesse, immaginiamo che l’arrivo dei profughi possa solo gravare questo compito.”.


Le osservazioni avanzate dal comune di Parabiago sollevano, però, altri interrogativi, per esempio l’articolo 1 dell’accordo tra i comuni impone all’amministrazione comunale di dare corso ad impegni non ben precisati tra Prefettura e Diocesi, ma nel concreto ad oggi non si sa di cosa si tratta. Altra obiezione mossa dal Sindaco Cucchi è la mancanza di una mappatura del territorio e dei criteri per una equa distribuzione: “Il nostro ente sta già ospitando 12 minori non accompagnati in prima accoglienza -afferma il primo cittadino parabiaghese- e questo aspetto non viene per nulla calcolato nel documento d’intesa.”.


E ancora: “La sottoscrizione del documento non garantirebbe, nel caso di emergenza nazionale, il mancato utilizzo della ex Caserma di Legnano in quanto bene di proprietà del Ministero dell’Interno. Questo significa che i nostri comuni rischiano di trovare spazi in cui ospitare i 300 profughi in arrivo, ma poi vedersi arrivare ulteriori profughi presso la ex-Caserma.”.


Il comune di Parabiago ha anche evidenziato che tra gli spazi messi a disposizione dal territorio dell’Alto Milanese risultano esserci i locali della scuola Medea di Legnano, che, però, sono di proprietà della Città Metropolitana. Questo significa che non sono immediatamente disponibili perchè necessitano di interventi edilizi per essere adeguati allo scopo. Con questa premessa, l’amministrazione Cucchi ha chiesto un necessario coinvolgimento anche di Città Metropolitana nella sottoscrizione di questo documento, se non altro per gli aspetti economici degli interventi di adeguamento sulla struttura.


“Dall’indagine condotta fino ad oggi –conclude Cucchi- abbiamo una disponibilità di posti per l’accoglienza molto ridotta rispetto all’esigenza e all’impegno che si andrebbe a sottoscrivere (solo 109 posti dei quali 75 sono presso la scuola Medea) . Questa situazione mette ancora una volta in evidenza come l’Altomilanese sia già un territorio saturo in termini di accoglienza e che abbia grande difficoltà nel saper assorbire ancora l’arrivo di altri profughi oltre a coloro che sono ad oggi già inseriti in progetti di integrazione.”.




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