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I Sindaci di Parabiago e Nerviano ribadiscono il proprio no all'arrivo dei profughi


Dopo l’incontro di giovedì scorso con il Prefetto, il Sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi congiuntamente al collega Massimo Cozzi, neo Sindaco di Nerviano, torna a ribadire la propria contrarietà sulle modalità con le quali il Governo sta affrontando l’accoglienza dei profughi nell’Altomilanese:


L’ultimo incontro con il Prefetto -commentano i due Sindaci- non ha per nulla dato risposte concrete alle nostre preoccupazioni e osservazioni più volte rimarcate, pertanto ribadiamo il nostro no per come il Governo stia scaricando addosso alle amministrazioni locali la gestione dell’accoglienza di queste persone senza dare alcuna garanzia su chi arriverà e se davvero si tratta di rifugiati politici. Il nostro no è per ribadire proprio questo: il Governo non può chiedere a noi amministratori di dare risposte concrete a un problema che deve avere innanzitutto una strategia nazionale, almeno non senza un progetto strategico che ci dica qualcosa in merito e che ci dia garanzie.


Per quanto riguarda l’Altomilanese -precisano Cucchi e Cozzi- i numeri e le cifre che si continuano a menzionare durante gli incontri tra comuni, ma anche sulla stampa, segnalano che il territorio è già saturo e ad oggi non ci sono spazi idonei all’accoglienza, aspetto che abbiamo già sollevato in più occasioni. Infatti, a parte l’ex scuola Medea di Legnano che, però, è di proprietà della Città Metropolitana, i comuni dell’Altomilanese riescono a mettere a disposizione soltanto 30 posti circa e nemmeno i privati si fanno avanti, probabilmente non si fidano e, come noi, non si sentono garantiti dal Governo... e noi amministrazioni cosa dovremmo fare? Accollarci i costi, la gestione e le criticità legate a questo tema come la messa in campo dei nostri agenti di Polizia per il maggior controllo e la sicurezza nei nostri quartieri?


L’arrivo di queste persone -concludono- è un problema serio che va affrontato con serietà e responsabilità prima di tutto a livello nazionale, non basta dare un alloggio e un pasto a queste persone per dire che abbiamo accolto e integrato... troppo facile per il Governo accogliere in questo modo inviando un po’ qua e un po’ per l’Italia. Il nostro no, quindi, lo portiamo avanti con convinzione in tutti gli incontri ai quali non manchiamo mai proprio perché ci sembra importante prendere una posizione in merito. Questo, però, non significa che siamo più bravi degli altri perché diciamo no... semplicemente abbiamo una visione diversa e facciamo scelte politiche differenti da altri che, invece, sulla questione sono più ambigui perché da una parte si dicono favorevoli all’accoglienza, ma poi non sono mai presenti agli incontri tra noi amministratori... come se il problema non li riguardasse.”.

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