IL LICEO CAVALLERI DI PARABIAGO OSPITE IN REGIONE PER PRESENTARE IL LIBRO DEL MAGISTRATO FABIO ROIA
Lunedì mattina presso il Belvedere “Jannaci” di Palazzo Pirelli, è stato presentato il libro del Magistrato Fabio Roia “Crimini contro le donne”. L’evento, promosso dalla Presidenza del Consiglio Regionale, ha voluto parlare con forza della violenza sulle donne attraverso gli interventi di autorevoli personalità che lavorano da anni per arginare questa piaga sociale.
Protagonisti dell’evento anche gli studenti del Liceo Cavalleri di Parabiago, invitati dalla Vice Presidente del Consiglio Regionale, Sara Valmaggi rimasta colpita dal lavoro fatto nel corso dell’anno sul tema della lotta contro la violenza sulle donne, ma soprattutto dalla presentazione che i ragazzi hanno fatto del libro “Il treno sta per arrivare” (Tagliaretti e Auser) in occasione di #nonseidasola , l’evento promosso dai comuni di Parabiago e Canegrate nella giornata di sensibilizzazione per la lotta contro la violenza sulle donne.
Ad accompagnare gli studenti presso il Palazzo della regione, le insegnanti e gli Assessori alle Politiche Sociali del Comune di Parabiago e Canegrate. Nel corso della mattina i ragazzi hanno letto alcune pagine del libro di Fabio Roia, rivolto domande, ma soprattutto hanno ricordato i nomi e le storie di alcune ragazze e donne citate nel libro. Un momento intenso che ha portato alla luce esperienze vere di donne che non ci sono più.
Questo il commento dell’Assessore alle Politiche Sociali del comune di Parabiago, Elisa Lonati: “L’incontro in Regione si è svolto in un giorno triste per la Città di Parabiago che si è svegliata con la notizia di Simona. Quindi questo evento, per noi e i ragazzi del Cavalleri, è stato doppiamente importante perché da una parte ci ha permesso di portare su un tavolo più illustre la nostra rabbia, dall’altro ha confermato il lavoro che stiamo facendo attraverso la rete del sostegno e dell’aiuto rivolto a tutte le donne che subiscono violenza. Non ci stancheremo, infatti, di promuovere iniziative che facciano conoscere i centri antiviolenza che ci sono sul territorio e che garantiscono l’ascolto senza pregiudizio e l’anonimato per la donna. Non è, infatti, importante il nome di chi vive queste difficili situazioni, ma permettere un contatto e un’apertura per sostenere il percorso rispettando i tempi di chi subisce violenza.”.