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Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità dei tagli introdotti nel 2012


E’ stata inviata oggi, a mezzo posta certificata, la lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell’Economia e dell’Interno che chiede il rimborso di 1.100.574,07 di euro a fronte della sentenza della Corte Costituzionale n.129 del 6 aprile 2016. Si tratta della sentenza che dichiara illegittimi i tagli dei trasferimenti statali verso gli enti locali introdotti dalla legge n. 135 del 2012 e approvata dall’allora Governo Monti (la cosiddetta legge sulla ‘spending review’).


L’illegittimità costituzionale del provvedimento consiste nella violazione della normativa sull’autonomia finanziaria riconosciuta agli enti locali, in altre parole la legge sulla ‘spending review’ è stata approvata senza alcun coinvolgimento degli enti interessati e destinatari del provvedimento stesso (palesemente in contrasto con l’art.119 della Costituzione).


A seguito dell’applicazione della legge n.135 e i conseguenti mancati trasferimenti dalla Stato agli enti locali, il comune di Parabiago per l’anno 2013 ha subito un taglio delle entrate erariali pari a 1.100.574,07 che ora, alla luce del pronunciamento della Corte Costituzionale, chiede di diritto al netto degli interessi attivi.


“Più di un milione di euro non sono noccioline per un comune come Parabiago -afferma il sindaco Raffaele Cucchi- Se penso alla fatica che abbiamo dovuto fare per assicurare ugualmente la qualità dei servizi rivolti ai cittadini e a quante cose avremmo potuto fare in più per la città con quei trasferimenti, la mia rabbia per la cattiva gestione finanziaria dello Stato centrale, aumenta. Per il nostro comune la ‘spending review’ ha, infatti, determinato problemi nella programmazione economico-finanziaria e, in particolare, nella stesura e nell’approvazione del bilancio di previsione 2013. Ora attendiamo fiduciosi che la nostra richiesta scritta sia presa in carico dal Presidente del Consiglio e dai Ministri interessati affinché il nostro comune torni in possesso delle somme che gli spettano.”.




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